L'oscilloscopio

A questo punto sorge un problema: quando il fascettto elettronico ritorna all'estremità, sinistra dello schermo occorre che lo spot si trovi nella stessa posizione con cui aveva iniziato la traccia precedente; soItanto in tal caso, allora, la seconda traccia (e tutte le successive) si sovrapporranno riproducendo un'immagine fissa sullo schermo. Nasce quindi la necessità di sincronizzare l'inizio del dente di sega (salita) con un prefissato istante del periodo del segnale da analizzare.

Osservando la Fig - 6 notiamo che la rampa
del dente di sega parte ad un istante t
0 e termina all'istante t1: in corrispondenza la traccia inizia nel punto A del segnale sinusoidale e termina nel punto B. Come già detto, l'intervallo t1-t0 si chiama intervallo di scansione.

Fig. 6

Ora la tensione del dente di sega discende rapidamente al valore iniziale in un tempo t2-t1 chiamato intervallo di ritorno: questo è infatti il tempo impiegato dallo spot per tornare all'estremità sinistra dello schermo. La traccia di ritorno, detta anche ritraccia, porta dunque lo spot nella posizione C: se la rampa successiva del dente di sega ripartisse immediatamente, la traccia non risulterebbe, ovviamente, sovrapposta alla precedente in quanto il nuovo oscillogramma partirebbe dal punto C anziche da quello A. E' allora necessario introdurre un intervallo di attesa (t2-t3) per dar modo allo spot di riassumere la posizione iniziale A realizzando così il perfetto sincronismo tra la tensione da esaminare applicata alle placchette Y e la tensione a dente di sega applicata alle placchette X.

 

  GiorginiGiorgio@infozone.it
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